Capitolo 3

Parti dell'Organo: I Mantici

Per presentare le varie parti dell’organo e farne comprendere meglio il funzionamento (soprattutto a chi non è del settore), utilizzerò il paragone tra organo e apparato vocale-respiratorio del nostro corpo (già accennato nel precedente capitolo).
In questo capitolo presenterò i polmoni dell’organo, i mantici, cioè gli apparati che producono l’aria necessaria al suono.
Vedremo come funzionano e i vari tipi di mantice.

3.1 Premessa

Per suonare correttamente, l’organo ha bisogno di aria stabile e costante e con la giusta pressione: non troppo bassa, altrimenti le canne non riescono a suonare, ma nemmeno troppo alta, se no si verifica il fenomeno dell’ottavizzazione (invece di emettere la nota corretta, la canna emetterà il secondo armonico per passare agli armonici successivi all’aumentare della pressione).
E qui viene smentita la mentalità di molti, secondo cui aumentando la pressione, aumenterà l’intensità sonora.
Il compito dei mantici è quello di prelevare aria dall’esterno (a pressione atmosferica), immagazzinarla e inviarla all’organo con pressione più alta.
Ricordiamo, dalla fisica, che per pressione si intende il rapporto che intercorre tra una forza e la superficie su cui agisce.
Essa può essere assoluta (cioè la pressione effettiva esercitata), oppure relativa (cioè la differenza tra la pressione assoluta e una
pressione di riferimento come quella atmosferica).
Nell’organo si considera quest’ultima.
Esistono numerose unità di misura, ma quella che ci interessa è il millimetro in colonna d’acqua:
Consideriamo un tubo a “U” pieno d’acqua. Un’estremità è aperta, e quindi soggetta alla pressione atmosferica, l’altra estremità è collegata a un tubo flessibile.
Se anche l’estremità del tubo flessibile è a pressione atmosferica, l’acqua raggiunge lo stesso livello in entrambe le metà del tubo a “U”; se invece è soggetta ad una pressione più alta, l’acqua avrà due livelli diversi (nella metà a pressione maggiore tenderà a scendere e nell’altra metà di conseguenza a salire). La misura in millimetri della differenza tra i due livelli d’acqua ci indicherà la pressione relativa in millimetri in colonna d’acqua.
Nell’organo si utilizza questo tipo di misura.

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3.2 I mantici: come funzionano?

Come si è detto, compito dei mantici è prelevare l’aria dall’esterno, immagazzinarla ed inviarla in appositi condotti, chiamati portavento, che la fanno pervenire all’organo.
Per capire il principio di funzionamento di un mantice, pensiamo ad una grossa fisarmonica con un foro di ingresso e uno di uscita: quando è chiusa, l’aria interna è a pressione atmosferica, ma se la alziamo, all’interno si crea una diminuzione di pressione (abbiamo la stessa quantità d’aria, ma in uno spazio maggiore) e l’aria esterna sarà portata ad entrare.
Se, una volta alzata, la abbassiamo, lo spazio interno tenderà a diminuire, creando così un aumento di pressione e quindi l’aria sarà portata ad uscire.
Naturalmente ingresso e uscita sono separati e apposite valvole impediscono che durante l’aspirazione, venga aspirata aria anche dai condotti di uscita e che durante la fuoriuscita, l’aria esca anche dal condotto di ingresso.
Inoltre, per favorire l’abbassamento, sulla tavola superiore sono posti dei pesi in pietra, marmo o piombo.
Questo il principio di funzionamento dei mantici; un tempo essi venivano alzati da volenterosi tira-mantici mentre oggi, appositi ventilatori soffiano aria nel foro di ingresso favorendo così un aumento di pressione all’interno del mantice: aumenta la quantità d’aria interna, ma non lo spazio e quindi aumenta la pressione; pertanto il mantice sarà portato a gonfiarsi.
Una volta riempito, una valvola impedisce ad altra aria di entrare, verrà meno la sovrappressione e il mantice sarà portato a sgonfiarsi, grazie ai pesi, la valvola tenderà a riaprirsi favorendo l’ingresso di altra aria.
Durante l’utilizzo dell’organo si creerà un equilibrio tra aria in ingresso ed aria in uscita.

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3.3 Tipi di mantice

Esistono tre tipi di mantice:
1) A Cuneo (o libro)
2) A Lanterna
3) A Sacca
Esaminiamoli uno per uno.
Il mantice a cuneo (o a libro) è detto così per la forma e per il movimento di apertura (come un libro).
E’ formato da due tavole rettangolari incernierate tra loro su uno dei due lati corti.
Tra loro abbiamo un certo numero di stecche trapezoidali legate tra loro con strisce di pelle e attaccate sempre mediante strisce di pelle alle due tavole, lungo i tre lati non incernierati.
Rombi in pelle collegano le stecche poste sui lati lunghi con quelle sui lati corti.
Al centro del lato corto non incernierato della tavola superiore, è presente un gancio, cui è attaccata una fune, per l’azionamento manuale.
Tale fune può essere tirata per mezzo di carrucole, oppure legata ad una leva. Questi sono due possibili sistemi di azionamento manuale del mantice.
Quando l’aria entra, la tavola superiore si alza ruotando attorno alla cerniera che la lega alla tavola inferiore e le stecche si aprono a mo’ di ventaglio come mostrato in questa foto.
Questo è il tipo di mantice più antico, ma presenta un inconveniente:
La forza con la quale si abbassa la tavola superiore non è costante, in quanto è legata all’angolo di apertura e quindi l’aria verrà immessa nell’organo con una pressione non
costante.
Per ovviare a questo inconveniente, a partire dall’800 circa, viene inventato il secondo tipo di mantice, in cui le tavole non sono incernierate, ma restano parallele.
Questo tipo di mantice necessita di un altro sistema di azionamento manuale:
Sulla base inferiore, esternamente, vengono collocate una o più pompe, fatte come i mantici a cuneo, che aprendosi e chiudendosi immettono aria all’interno del mantice (chiamato compensatore).
Le pompe possono essere
azionate con vari sistemi; per esempio, mediante una ruota con bielle che trasformano il movimento rotatorio in “Sali scendi” (principio inverso di un motore a cilindri).
Il terzo tipo di mantice è una sorta di evoluzione del secondo.
Scompaiono le pompe, lasciando l’alimentazione al solo ventilatore, e il mantice compensatore diventa cassa unica con tavola superiore mobile e unito ad essa da trapezi in pelle.
Nel prossimo capitolo vedremo i bronchi e la trachea dell'organo, rappresentati dai canali portavento e dai somieri.

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